Apre la settimana edizione di Elba Book Festival
Ambiente, culture altre, attivismo civico: nel segno della fatica intellettuale
Fare cultura non significa solo produrre contenuti per accumularli, ma riuscire a metterli in relazione per comprenderne portata e potenziale. Parafrasando un celebre passo di Gramsci e per combattere un clima di generale mancanza di senso critico, lo staff di Elba Book, festival isolano dedicato all’editoria indipendente, ha scelto "fatica" come parola chiave della settima edizione. Una concezione positiva del termine, o meglio, costruttiva che porti all’emancipazione dei lettori attraverso i libri. Il 20 e il 21 luglio, a Rio nell’Elba, torna la manifestazione che considera la lettura un momento di scambio e di confronto democratico, un’occasione ulteriore per rinsaldare una comunità esponendo e accogliendo visioni differenti.
«È faticoso comprendere i propri limiti e quelli altrui, accettarli – esordisce Andrea Lunghi, presidente dell’associazione Elba Book Festival – e non è un caso che un evento del genere sia stato concepito su un’isola: il Tirreno intorno a noi costituisce una barriera fisica e metafisica a tratti insormontabile, ma anche un grande stimolo per migliorare le nostre vedute. Elba Book deve molto al Patto per la Lettura siglato nel 2018, come altri festival della filiera editoriale e libraria; perciò per questa edizione abbiamo deciso di non chiedere il patrocinio alla giunta Giani che lo ha interrotto, auspicando che il Patto sia riattivato con la prossima variazione di bilancio. Sospenderlo mette in difficoltà le realtà associative e di volontariato che contribuiscono all’offerta culturale dei territori periferici e, inoltre, intacca il patrimonio diffuso delle biblioteche comunali, innescando tre criticità. La prima riguarda la riduzione drastica del sostentamento delle cooperative che hanno in gestione le biblioteche e che dipendono direttamente dai finanziamenti regionali; la seconda è che, di conseguenza, va interrompendosi una rete fondamentale di ricerca, attraverso il prestito di titoli non più in commercio da decenni; la terza riguarda l’accesso delle fasce più deboli, che non potendosi permettere gli acquisti in libreria si appoggiano alle biblioteche per lo studio dei figli. In sostanza, senza il supporto della Regione, tutto è delegato alle esigue risorse economiche dei singoli comuni.
Il Festival Taobuk, in Sicilia, si è fatto portatore di una concezione analoga alla nostra. Proprio per uscire reattivamente dalla depressione pandemica le biblioteche non possono essere ridotte a musei della carta stampata destinati solo a pochi addetti ai lavori e alla polvere. Ci rendiamo conto che spesso le nuove generazioni non conoscono la differenza tra una biblioteca e una libreria? È il caso che il presidente Giani ci rifletta e si confronti col mondo associativo, educativo e ricreativo che ruota intorno ai poli del sapere, specialmente nei piccoli comuni periferici, nei borghi come la nostra Rio».
IL PROGRAMMA DELLE DUE GIORNATE
Martedì 20, nella piazza Matteotti del Comune di Rio, alle 18, il festival aprirà i battenti premiando Raffaella Scardi, vincitrice del Premio “Lorenzo Claris Appiani” per la traduzione letteraria dall’ebraico. La traduttrice presenterà il romanzo Bugiarda (Giuntina, 2019) di Ayelet Gundar-Goshen, insieme alla docente Anna Linda Callow e a Ilide Carmignani, madrina del concorso letterario, ideato in sinergia con l'Università per Stranieri di Siena. Si entrerà poi nel vivo della due giorni, alle 22, con la tavola rotonda “L’affanno della carta? I cambiamenti del mercato e della comunicazione del libro dopo la pandemia”, con Marino Sinibaldi, presidente del Centro per il Libro e la Lettura del Mibact, Marco Zapparoli, neo presidente di Adei Associazione degli editori indipendenti, Oliviero Ponte di Pino, responsabile del programma di Bookcity a Milano, Enrico Quaglia, ideatore del portale “Libri d’Asporto” e il blogger Manuel Figliolini, moderati da Eleonora Carta di Fiera del Libro di Iglesias.
«La fatica è parte della condizione umana e non significa farsi sopraffare da essa, bensì imparare a gestirla soprattutto attraverso l’esperienza della “resilienza”, concetto diventato di moda negli ultimi anni – prosegue Marco Belli, direttore artistico del festival –. La capacità di resistere alle frustrazioni, allo stress e alle difficoltà della vita fronteggiando efficacemente gli eventi critici e reagendo in modo positivo è centrale, non è facile, non è scontato. Interpretare i cambiamenti di una società complessa è faticoso, studiare è faticoso, non uniformarsi al pensiero unico è faticoso come costruire la propria personalità. Differenziare i rifiuti è faticoso e sarebbe molto più comodo accumularli in maniera indistinta senza pensare alla salute del nostro pianeta, alla nostra salute, alla salute dei nostri figli. Progettare a lungo termine è faticosissimo e porta poco consenso, ecco perché spesso i governi non lo fanno. La politica, la scuola, i media negli ultimi decenni hanno sistematicamente semplificato i propri contenuti a scapito di una formazione faticosa di cittadini dal pensiero complesso, critico e impegnato».
Mercoledì 21, sempre in piazza Matteotti, l’ecologia sarà il fulcro del Premio Demetra per sostenere e promuovere la letteratura ambientale in Italia, organizzato in sinergia con il Consorzio Comieco per il recupero e il riciclo della carta. La giura del concorso, composta da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, Sabrina Giannini, giornalista e scrittrice, Duccio Bianchi, responsabile scientifico, dall’editrice Ilaria Castastini e da Giorgio Rizzoni della direzione del festival, alle 18, decreterà il vincitore della prima edizione ed altri eventuali premiati. Dopo l’intermezzo del violoncellista Gabriele Ferdeghini eseguirà musiche di D. Gabrielli e J. S. Bach, alle 22, concluderà la serata il dibattito “Il cambiamento faticoso? Nuove prospettive per l’ambiente”, ancora insieme a Realacci, a Catastini, a Umberto Mazzantini di Legambiente Toscana e Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco, moderati da Stefano Lamorgese della redazione di “Report”.
«Elba Book intende ringraziare pubblicamente giornalisti integerrimi come Sigfrido Ranucci, volto e mente di “Report”, spesso ospite del nostro festival, che nelle ultime settimane per una serie di vizi di forma rimarcati da chi utilizza gli avvocati per imporsi sugli altri, sta attraverso un momento difficile – conclude Marco Belli – ma ai nostri occhi la sua capacità di far riflettere gli italiani, di portare alla luce le verità tanto scomode quanto salutari per la nostra collettività, non è mai stata messa in dubbio. E non solo ai nostri, tanto che di recente si è aggiudicato il Pegaso d’Oro per il giornalismo ai Premi Internazionali Flaiano».
LIBRI IN PRESENZA
Oltre al prezioso sostegno di aziende che lavorano sul territorio con il territorio, come Moby, Comieco, Esa e Unicoop Tirreno, e a quello di piccoli imprenditori virtuosi, ma lungimiranti, come il brand di moda e design Dampaì di Simona Giovannetti, per far fronte comune alla crisi lo staff di Elba Book ha pensato di coinvolgere tutte le librerie elbane indipendenti, invitandole con i rispettivi stand in piazza del Popolo: La Stregata, Mardilibri e La Tana dei Sogni. Sono una ventina le case editrici che hanno aderito con convinzione, tra cui Il Mulino, Persephone, Ediciclo, Giraldi, SheetArt, Exorma, Red Star, Edicola Ediciones, Graphe.it, a2mani, Saecula e Codice Edizioni.